Sostenibilità

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare.”

Andy Warhol
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1. Equalitas per il settore vitivinicolo

La nostra struttura, formata principalmente da agronomi, svolge già dai primi momenti di uscita dello standard EQUALITAS consulenza alle aziende vitivinicole al fine di ottenere la certificazione.

Primo obiettivo di Equalitas è la condivisione a livello italiano di un approccio unico alla sostenibilità del settore vitivinicolo basato sui tre pilastri sociale, ambientale ed economico ed alla diffusione di un marchio collettivo di garanzia per il consumatore.

La norma è nata per essere applicata alla filiera del vino e, pertanto, si inserisce logicamente nelle sue dinamiche produttive, prevedendo la sua adozione e certificazione da parte di tutti i tipi di attori, siano essi agricoltori, trasformatori, imbottigliatori o raccolgano tutte queste identità in una, fino ai consorzi di tutela.

La norma prevede infatti la certificazione di tre dimensioni produttive:

  • l’impresa (standard di Organizzazione),
  • il prodotto finito (standard di Prodotto),
  • il territorio (standard di Territorio).

 

Il nostro gruppo ha già certificato e segue tuttora cantine italiane di grossi gruppi molto importanti a livello internazionale.

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2. Carbon footprint & Water footprint

La nostra struttura, tramite appositi software e personale tecnico dedicato, svolge per le aziende la certificazione Carbon footprint (CFP). La CFP è una misura che esprime il totale delle emissioni di gas ad effetto serra espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, ad un servizio o ad una Organizzazione. 

Tale parametro è di fondamentale importanza per capire le politiche aziendali che sono attuate per la riduzioni delle emissioni del gas serra.

Altro parametro di fondamentale importanza è “l’impronta idrica“, meglio conosciuta come Water footprint (WFP).
Secondo il Ministero della Transizione ecologica “L’impronta idrica è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore. L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo“.

È proprio per rendere visibili tali consumi “nascosti” che è stato pensato di legare l’uso dell’acqua al ciclo di vita dei prodotti, introducendo l’indicatore “Impronta Idrica”, meglio conosciuta come Water Footprint (WFP).

I nostri tecnici sono a tua completa disposizione per calcolare la Water Footprint di un prodotto. La WFP è un indicatore multidimensionale che esprime la misura del volume totale di acqua dolce utilizzata in modo diretto e/o indiretto per realizzare un prodotto o un servizio e viene valutato considerando l’utilizzo di acqua in tutte le fasi della catena di produzione (dalla produzione alla commercializzazione, utilizzo e/o consumo, riciclo o smaltimento, ecc.), cioè in tutto il suo ciclo di vita.

Entrambi questi parametri CFP e WFP possono essere fondamentali per l’azienda per commercializzare e per presentarsi ad un eventuale buyer come “azienda sostenibile” nell’ottica anche di AGENDA 2030 e degli obiettivi in essa predisposti sulla sostenibilità ambientale.

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3. Certificazione RSPO

RSPO – Roundtable on Sustainable Palm Oil è un’Associazione Non Profit che ha l’obiettivo di promuovere la coltivazione e l’utilizzo di olio di palma sostenibile. 

Sono sette i comparti dell’industria dell’olio di palma coinvolti nel processo decisionale di RSPO, tra cui: 

  • coltivatori,
  • produttori,
  • trasformatori,
  • rivenditori,
  • banche,
  • investitori,
  • ONG dedicate alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo sociale.

 

Ormai da molti anni la nostra struttura lavora con aziende dolciarie che esportano in tutto il mondo e hanno la necessità di certificare l’utilizzo dell’olio di palma o dei prodotti derivati a dimostrazione dell’impegno nel mantenere un sufficiente approvvigionamento senza danneggiare le condizioni di vita delle comunità locali e la biodiversità degli ecosistemi interessati.

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4. Fairtrade

Da molti anni QTA, soprattutto nel settore del caffè e del cioccolato, effettua consulenza nel certificare le aziende Fairtrade.

Fairtrade è il marchio internazionale di certificazione del commercio equo e solidale.
Fairtrade, che certifica le materie prime di numerosi prodotti, è una organizzazione internazionale che lavora ogni giorno per migliorare le condizioni dei produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo

Il consumatore finale, guardando l’etichetta, può così fare la scelta giusta in modo semplice e veloce tramite il logo indicante il certificato.

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5. Rainforest

Il termine RAINFOREST è sinonimo di agricoltura sostenibile e migliori opportunità per gli agricoltori, le loro famiglie e il nostro pianeta.

Ha infatti lo scopo di far crescere un mondo più sostenibile con l’utilizzo di forze di mercato e forze sociali per proteggere la natura e migliorare la vita degli agricoltori e delle comunità.
I requisiti dello standard sono suddivisi in diversi capitoli.

Sono presenti

  • la gestione del sistema aziendale,
  • la tracciabilità,
  • i redditi e responsabilità condivisa,
  • gli aspetti sociali,
  • l’Ambiente.

 

RAINFOREST è uno standard che a pieno titolo diventa una norma che permette di pubblicizzare la sostenibilità dell’impresa, a partire dall’azienda agricola, fino all’ultimo operatore che processa il prodotto. 

Tale certificazione è importante in quanto i consumatori sono sempre più attenti all’ambiente, ai diritti umani, al riscaldamento globale e all’immigrazione e quindi scegliere un prodotto certificato significa una scelta che ha un impatto chiaro e quantificabile sulla salvaguardia del nostro pianeta.
Con tale standard l’azienda comunica a tutti il proprio impegno per la sostenibilità.
Molte sono ormai le aziende per le quali la nostra struttura ha svolto la consulenza, le ha portate a certificazione e segue tuttora nello sviluppo del sistema.

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6. EPD – Environmental product declaration

La EPD è un documento che descrive gli impatti ambientali legati alla produzione di una specifica quantità di prodotto o di un servizio: per esempio consumi energetici e di materie prime, produzione di rifiuti, emissioni in atmosfera e scarichi nei corpi idrici.

Il documento è creato su base volontaria e deve essere predisposta facendo riferimento all’analisi del ciclo di vita del prodotto basata su uno studio LCA (Life Cycle Assessment), che definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) e gli impatti sull’ambiente circostante nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto. Le fasi minime considerate vanno dall’estrazione delle materie prime, al loro trasporto al sito di produzione e la produzione stessa (si dice “dalla culla al cancello”), oppure fino alla dismissione del prodotto stesso (si dice “dalla culla alla tomba”).
L’EPD, a garanzia del documento, deve essere verificato da un Ente indipendente, approvato, registrato e pubblicato nell’International EPD System.
La nostra struttura segue già molte aziende del settore alimentare che vogliono far risaltare tale aspetto per alcuni dei prodotti che commercializzano. 

Anche in questo caso avere un prodotto certificato significa precorrere i tempi e inserirsi per primi in alcuni segmenti di mercato.

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7. Bilancio di sostenibilità (GRI-SDG)

La nostra struttura redige il BS per molte aziende del settore agroalimentare.
Il bilancio di sostenibilità (BS) è il documento che comunica con trasparenza e obiettività gli impegni presi e i risultati ottenuti nell’ambito della Responsabilità d’Impresa – o Corporate Social Responsibility (CSR)

Il BS “misura” l’efficienza aziendale dal punto di vista economico, ambientale e sociale, e quindi definisce qual è l’impatto reale dell’impresa sul territorio e sulla comunità.
Il bilancio di sostenibilità è un documento di rendicontazione e comunicazione trasparente, che deve raccogliere i dati riferiti alle performance aziendali sugli impatti ambientali, sociali e governance (ESG) e raccontarli, sia all’interno sia all’esterno dell’impresa.
La modalità piu’ nota per la sua redazione è di seguire le linee guida del GRI.
Il BS dal 2024 sarà obbligatorio per tutte le aziende con più di 300 dipendenti e diventerà anche per le altre un modo di comunicare l’impatto dell’impresa sul territorio e sulla comunità. 

Il BS è un report che “fa colpo” sul tavolo delle istituzioni, sempre molto attente all’impatto che le aziende hanno sul territorio e sulla comunità, e che può favorire un riposizionamento favorevole sul mercato, nel momento in cui fornisce dati innovativi e comunica l’attenzione ai temi socio-ambientali dell’azienda che lo ha redatto. In un prossimo futuro il BS potrebbe diventare un elemento importante per garantire l’affidabilità aziendale e la possibilità per le stesse di accedere a forme di credito.

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8. Studi LCA

“Una LCA (Life Cycle Assessement) è un procedimento oggettivo che permette di valutare gli impatti ambientali associati ad un prodotto, un processo o un’attività, effettuato attraverso l’identificazione e la quantificazione dei consumi di materia, energia ed emissioni nell’ambiente, e l’identificazione e la valutazione delle opportunità per diminuire questi impatti. L’analisi riguarda l’intero ciclo di vita del prodotto (“dalla culla alla tomba”): dall’estrazione e trattamento delle materie prime, alla produzione, trasporto e distribuzione del prodotto, al suo uso, riuso e manutenzione, fino al riciclo e allo smaltimento finale.”
SETAC, 1993

I consumatori hanno aumentato la loro “consapevolezza ambientale” e quindi tendono a comprare prodotti c.d. ecocompatibili; a tal fine le industrie e le imprese stanno valutando sempre più come le loro attività influenzino l’ambiente, ed iniziano a interessarsi alla gestione dell’esaurimento delle risorse naturali e al degrado ambientale.
Secondo tale definizione si riesce a comprendere che il processo LCA si fondi su un unico principio: un prodotto va seguito e analizzato in ogni fase della sua vita, dalla culla alla tomba, da quando è fabbricato a quando è smaltito, in quanto ogni azione associata ad una fase può avere riflessi su quelle precedenti o successive.
L’ obiettivo di un’analisi del ciclo di vita è dunque quello di definire un quadro completo delle interazioni di un prodotto o di un servizio con l’ambiente che lo circonda, al fine di comprendere le conseguenze ambientali causate direttamente o indirettamente. Un’altra finalità è il fornire informazioni necessarie a valutare i comportamenti e gli effetti ambientali di una attività, oltre a identificare opportunità di miglioramento e gestione di prodotti e servizi, per intervenire con le migliori soluzioni sulle condizioni ambientali.
La LCA non è quindi solo un mezzo per la salvaguardia dell’ambiente; esso può infatti diventare un importante strumento per il rafforzamento delle dinamiche competitive e di riduzione e controllo dei costi.
In generale, le informazioni ottenute attraverso uno studio di LCA dovrebbero essere usate come parte di un processo decisionale molto più completo e utilizzate per comprendere gli scambi globali o generali.

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